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Lug

30

2010

Al via il primo censimento aereo di cetacei nell’Adriatico

Al via da oggi il primo censimento aereo di cetacei in Adriatico, coordinato dall’Ispra (Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale). Il progetto, finanziato dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, dal ministero dell’Ambiente e dall’Istituto di Stato croato per la Protezione della Natura (Sinp), studierà la distribuzione del tursiope (Tursiops truncatus) -specie di delfino comune nelle nostre acque costiere- per valutare l’eventuale impatto delle catture accidentali con attrezzature da pesca.

L’attuale tasso registrato dall’Ispra in Adriatico durante le attività di pesca delle volanti non desta particolari preoccupazioni: dal 2006 a oggi, si parla di 3 animali catturati -di cui 1 rilasciato vivo- su oltre 3.500 osservazioni dirette. Tuttavia è obbligo di legge per ciascun Paese europeo condurre studi di valutazione degli impatti antropici su specie d’interesse comunitario come, per esempio, tutti i cetacei e le tartarughe marine. Questi studi devono essere basati su dati certi di abbondanza, dati che per il tursiope in Adriatico ancora non esistono.

L’indagine parte dalla zona di Venezia, per proseguire verso sud fino al canale di Otranto. Un gruppo di quattro ricercatori attraverserà il Mare Adriatico a bordo di un piccolo aereo bimotore, equipaggiato con speciali finestre a bolla, e coprirà numerosi percorsi da una sponda all’altra del bacino. Durante la seconda parte della campagna di osservazione altri ricercatori, provenienti da Croazia, Italia e Slovenia, si uniranno alle ricerche per beneficiare di attività di formazione e capacity building.

Durante la ricognizione saranno raccolte anche informazioni relative ad altri vertebrati marini di particolare interesse per la loro conservazione, come altre specie di cetacei, tartarughe, squali, mante, pesci luna. L’indagine fornirà i primi dati completi a livello di bacino sulla distribuzione e l’abbondanza di alcune specie protette, che costituiranno la base per una valutazione completa del loro stato di conservazione. Il metodo di raccolta dati applicato in questo censimento è usato in tutto il mondo nell’ambito degli obblighi di monitoraggio nazionali e internazionali di molti Paesi, relativi alla conservazione dei cetacei. Negli Stati Uniti il National Marine Fisheries Service del Noaa lo utilizza regolarmente nel quadro degli impegni nazionali derivanti dal Marine Mammal Protection Act. Il progetto vede anche la cooperazione dei ministeri competenti degli altri Paesi adriatici coinvolti (Slovenia, Croazia, Montenegro e Albania) e del Blue World Institute of Marine Reaserch and Conservation della Croazia. La ricerca è in linea con le attività raccomandate dall’Accordo sulla Conservazione dei Cetacei del Mar Nero, Mar Mediterraneo e della zona atlantica adiacente.

«Siamo molto orgogliosi di coordinare un progetto strategico per la salvaguardia di queste specie protette», ha affermato Leonardo Tunesi, dirigente di ricerca dell’Ispra, «proprio nell’anno della biodiversità inizia questo primo censimento nelle acque adriatiche. Le informazioni raccolte dai ricercatori del nostro Paese saranno preziose per la gestione della biodiversità in Adriatico a livello internazionale».

fonte: La Stampa

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