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Ago

5

2013

Arsiero, alla Pria tuffi in faccia ai vigili

ARSIERO. In fuga dal caldo tropicale, alla ricerca di un refrigerio che si colora di un azzurro cristallino.  Erano quasi in 2 mila ieri, prima domenica d’agosto, i bagnanti sulle rive dell’Astico in contrà Pria ad Arsiero, una delle mete estive più amate del Vicentino, recentemente sotto i riflettori per il dibattito sui tuffi proibiti.  Che in barba al divieto comunale continuano a regalare brividi, anche dopo fratture a piedi e vertebre (due i casi nelle scorse settimane).  Ieri, almeno fino a quando non è arrivata la polizia locale a vigilare, ci si tuffava senza troppe remore. Come d’altronde si fa da sempre, nonostante la minaccia di multa da 200 euro. E le opinioni dei bagnanti, anche alla luce degli ultimi tuffi sfortunati, si dividono.  «I tuffi? Meglio di no: mio padre mi ha detto che se incappo nella multa me la devo pagare io – sorride Ivan De Tomasi, 19 anni, di Caldogno -. Seriamente: ci si può fare male».  «In fondo, se ci si butta a chiodo e si sta attenti, non mi sembra pericoloso – ci dice N.M., 21 anni, di Valdagno – : io mi tuffo sempre. Non c’è da preoccuparsi». «Siamo noi che ci preoccupiamo – spiega Donatella Fronchetti, a capo di un gruppo di sub di Trento – : veniamo qui perché il posto è splendido ma siamo costretti a tenerci vicino ai bordi per il timore di vederci piombare addosso qualche tuffatore».  «La sicurezza deve venire prima di ogni brivido» le fa eco Andrea Lughi del club “2000 sub” di Padova. Brividi o meno, la Pria continua ad essere uno dei posti più gettonati (ed economici) per passare una giornata di fresco e relax. I più affezionati sono giovani, famiglie, comitive di ciclisti e motociclisti.  E anche se quest’anno le bizze del tempo hanno ritardato l’avvio della stagione vera e propria, responsabili e residenti dell’area sono convinti che per contrà Pria passeranno come ogni anno oltre 40 mila persone.  «Perché il posto funziona? Perché ha un’anima», è la risposta non banale del gestore del punto ristoro, Claudio Pauletto. E, a giudicare dai numeri, non gli si può proprio dare torto. C.R.   

fonte: Il Giornale di Vicenza

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