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Ott

19

2016

Il pesce scorpione arriva nel Mediterraneo, l’Ispra avvisa: “È pericoloso”

A rischio pescatori e subacquei, il veleno contenuto nelle sue spine può essere mortale. Arrivato dal Mar Rosso è stato avvistato sulle coste tunisine, nei prossimi mesi potrebbe raggiungere i nostri mari

Il pesce scorpione arriva nel Mediterraneo, l'Ispra avvisa: "È pericoloso"Guardare e non toccare: è stato avvistato nel Mediterraneo il pesce scorpione (Pterois miles) e l’Ispra avvisa subito pescatori e subacquei della sua pericolosità. “Originaria del Mar Rosso e altamente invasiva – si legge nel comunicato diramato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – questa specie è pericolosa e altamente invasiva. Prestare attenzione alle spine della spina dorsale, anale e pelviche, perché sono velenose e possono causare punture molto dolorose”.
L’avviso dei ricercatori si rivolge soprattutto a chi può ritrovarsi nelle reti questo animale o lo può toccare durante un’immersione subacquea, attratto dai suoi colori e dal fatto che si lascia avvicinare facilmente dall’uomo. Il pesce scorpione però non si nasconde sotto la sabbia e non rappresenta un pericolo per i bagnanti, come succede invece per la comunissima tracina, o pesce ragno, dei nostri mari. Franco Andaloro, ricercatore dell’Ispra, sottolinea infatti: “Il nostro non è un allarme, ma un avvertimento. Se si viene punti si va incontro a un avvelenamento che può essere da grave a letale. Per ora il pesce scorpione, entrato nel Mediterraneo dal canale di Suez, è stato segnalato al largo delle coste tunisine, ma ci attendiano che nei prossimi mesi arrivi anche nei nostri mari”.
L’allerta lanciata dall’Ispra ha un duplice scopo, non serve soltanto a prevenire incidenti, ma a sensibilizzare pescatori e sub perché contribuiscano al monitoraggio sulla diffusione della specie. Gli avvisi precoci di due anni fa sull’arrivo del pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus) sono stati efficaci a prevenire in Italia avvelenamenti che si sono verificati invece in altri Paesi, dove questi pesci, facilmente scambiati per specie commestibili, sono finiti sui mercati. “Dopo la prima segnalazione che seguì al nostro avviso – racconta infatti Andaloro – riuscimmo a trovare altri 30 pesci palla maculati, in alcuni casi prevenendo che finissero sulla tavola di qualcuno”. La carne del pesce palla maculato anche se cotta mantiene una tossina, la tetrodotossina, la cui azione blocca i canali del sodio e quindi la trasmissione nervosa.
Il monitoraggio delle specie aliene è fondamentale anche per  salvaguardare i nostri ecosistemi: “Non possiamo ancora prevedere quale sarà l’impatto di una eventuale presenza massiccia del pesce scorpione nei nostri mari – spiega Andaloro – siamo ancora lontani dal suo insediamento, che avviene quando la specie conclude un intero ciclo vitale in una zona. nel Mediterraneo centrale sono ormai circa 20 le specie ittiche invasive, nessuna ha raggiunto livelli importanti eccetto il pesce flauto (Fistularia commersoni) e il pesce coniglio (Siganus luridus)”. Nel parlare di specie aliene si pensa soprattutto alla fauna, ma in realtà i danni maggiori nel Mediterraneo sono arrivati da specie aliene di flora. “Alghe come la Caulerpa cylindracea e la Caulerpa racemosa hanno ricoperto i nostri fondali – dice Andaloro – con un impatto notevole sulla salute della posidonia, pianta essenziale per la salute del nostro mare”. 

Fonte: Repubblica.it, articolo di Cristina Nadotti

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