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Mar

29

2006

Importanti novità sulla sicurezza in immersione

Ne ha parlato il prof. Marroni, durante la seconda edizione di SUBACQUANDO, che quest’anno, si è svolta a Levico, in Trentino. Impeccabile l’organizzazione affidata alle società affiliate al Settore Attività Subacquee del Comitato Regionale FIPSAS del Trentino (ATAsub, Rane Nere, Quercia sub, Gruppo Sommozzatori Riva del Garda, Trentino Apnea) con la collaborazione del Nucleo dei Sommozzatori Vigili del Fuoco di Trento.
La giornata di studio, mirata all’approfondimento delle tematiche incentrate sul mondo sommerso ed, in particolare, sul tema della sicurezza, ha avuto come ospite d’onore il prof. Alessandro Marroni, presidente del DAN Europe.

Ha aperto i lavori un rappresentante del comitato centrale Fipsas che ha colto l’occasione per annunciare alcune importanti svolte all’interno della Federazione tra cui la partecipazione ufficiale alla raccolta dei dati utili alla ricerca del DAN Europe .

Il prof. Marroni, durante la mattinata, ha indicato come vivere in assoluta sicurezza la passione per le immersioni, alla luce dei più recenti studi effettuati dal DAN.
Ecco, in sintesi le tematiche affrontate:
La Ricerca DAN Europe sulla sicurezza dell’Immersione.
Il Diving Safety Laboratory, analisi statistica di oltre 16.000 immersioni di ricerca.
Ruolo del profilo di risalita e delle soste profonde nella prevenzione della PDD: nuovi algoritmi per il calcolo decompressivo?
Sono stati presentati i risultati della ricerca sulla sicurezza della risalita iniziata da DAN Europe nel 1993, che, sulla base delle prime 15000 immersioni registrate ha permesso di azzerare la produzione di bolle gassose post-emersione, mediante l’adozione di un algoritmo di calcolo che protegge, in particolare, i tessuti rapidi, ritenuti i principali protagonisti della decompressione dopo immersioni ricreative ed i più legati al rischio di Patologie Decompressive Neurologiche, che sono la forma di PDD più frequente negli sportivi.
Le ulteriori, ormai oltre 19000, immersioni raccolte dal programma di ricerca DSL di DAN Europe, insieme ad oltre 500 immersioni sperimentali svolte con il gruppo di volontari di Ravenna Sub, della FIPSAS e del Gruppo Sub Novara Laghi, hanno inoltre dimostrato l’importanza dell’introduzione di una breve ‘deep stop’ a metà profondità, dopo immersioni nell’ambito ricreativo ed in aggiunta all’ormai abituale sosta di sicurezza, ai fini di eliminare o minimizzare la presenza di bolle gassose circolanti post emersione e, conseguentemente, ridurre grandemente il rischio di PDD.
2) Le immersioni con tecniche speciali.
Aria Profonda, Nitrox, Trimix, Rebreathers: considerazioni mediche e rischi specifici
Sono stati descritti i metodi per prevenire i principali incidenti tipici di queste tecniche di immersione, con particolare enfasi ai problemi collegati con la tossicità dell’ossigeno, il ruolo della ritenzione di CO2 nell’aumento del rischio di tossicità da ossigeno e PDD, i rischi dell’uso di rebreathers non muniti di monitor continuo della percentuale di ossigeno nel sacco polmone, specie durante attività fisica intensa durante l’immersione. Sono stati, inoltre, presentati i primi risultati dell’uso di un monitor fisiologico sviluppato da DAN Europe che consente il monitoraggio in tempo reale ed in immersione del consumo di ossigeno, della produzione di CO2, del ritmo respiratorio e della frequenza cardiaca, insieme alla misurazione costante della percentuale di O2 nel sacco polmone, durante l’immersione con rebreathers, sia utilizzando miscele arricchite ( Nitrox) che miscele diverse (Trimix)
3) Ruolo, Importanza e Rischio del Forame Ovale Pervio per il Subacqueo Ricreativo
Sono stati presentati i risultati dello studio DAN Europe, comunicato anche ad un congresso della NASA sul rischio di PDD nelle attività spaziali extraveicolari, che hanno portato sia la NASA che diverse autorità internazionali a considerare non indispensabile e non indicato l’esame a tappeto per la rilevazione del PFO nella valutazione dell’idoneità all’immersione.
Lo studio DAN ha dimostrato che il PFO – variante presente in oltre un terzo dell’umanità e non malformazione cardiaca – non è collegato statisticamente ad un aumentato rischio di PDD neurologica midollare e che è necessario un significativo aumento della pressione toracica, come si può avere durante notevoli e prolungati sforzi, o accessi di tosse, durante la risalita e dopo l’emersione, per far si che le bolle gassose presenti nella circolazione polmonare e nelle parti destre del cuore, passino a sinistra e penetrino nella circolazione arteriosa. Le attuali conoscenze consentono di affermare che, anche in presenza di un PFO, il passaggio di bolle nella circolazione arteriosa è infrequente e richiede momenti di sforzo intenso e prolungato e che, in sintesi, il vero problema non è il PFO, ma il rispetto di profili di immersione che non producano bolle circolanti in eccesso.
Gli argomenti trattati hanno suscitato notevole interesse tra i numerosi partecipanti e gli organizzatori , per dare un sostegno concreto alle importanti ricerche scientifiche condotte dal DAN, hanno donato 300 euro al “fondo DAN per la ricerca”.

Fonte: DAN Europe

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