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Mar

27

2012

James Cameron riemerge dagli abissi dopo missione in Fossa delle Marianne


Foto: LaPresse

Honolulu (Hawaii, Usa), 26 mar. (LaPresse/AP) – Il regista James Cameron ha completato il suo viaggio nella Fossa delle Marianne, il punto più profondo della terra, a 11mila metri sotto il livello del mare. Per la sua impresa Cameron ha utilizzato un sottomarino speciale chiamato ‘Deepsea Challenger’, alla cui progettazione aveva contribuito. Il regista di ‘Titanic’ e ‘Avatar’, grande appassionato di immersioni, ha esplorato e filmato la Fossa, situata a circa 320 chilometri a sudovest dell’isola di Guam, nell’oceano Pacifico. Cameron, ha riferito Stephanie Montgomery della National Geographic Society, è tornato sulla superficie nelle prime ore della mattina italiana. Ha passato circa tre ore in fondo alla Fossa, benché avesse programmato di rimanerci per sei.

“Cameron ha raccolto campioni per ricerca in biologia marina, microbiologia, astrobiologia, geologia marina e geofisica”, ha fatto sapere il team del National Geographic. Il regista ha inoltre scattato foto e fatto riprese video, ma non è chiaro quando le immagini saranno diffuse. Il National Geographic ha fatto sapere che sta preparando un film in 3-D. Il viaggio verso il punto più profondo della terra è durato due ore e 36 minuti. Il ritorno, invece, è stato più veloce dei 70 minuti previsti. Un elicottero ha visto il sottomarino del regista venire a galla e una gru lo ha riportato a bordo di una nave. Al momento non è noto come si senta il 57enne Cameron dopo la spedizione. Sulla nave con lui era presente un team di medici. Prima della partenza il dottor Joe MacInnis, un vecchio amico del regista, aveva detto al National Geographic News: “Jim sarà un po’ irrigidito e indolenzito a causa della posizione stretta, ma è davvero in buona forma per la sua età e quindi non mi aspetto nessun problema”.

La dimensione della Fossa delle Marianne è difficile da immaginare: è 120 volte più grande del Grand Canyon e oltre 1,5 chilometri più profonda rispetto all’altezza del Monte Everest. Uno dei rischi di immersioni così profonde è l’estrema pressione dell’acqua. A 11 chilometri sotto la superficie la pressione equivale a tre suv appoggiati su un dito del piede.

Fonte: LaPresse

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