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Dic

12

2013

Riccardo Sturla Avogadri, fondatore della Shark Academy, in fin di vita per il virus degli squali

Riccardo Sturla AvogadriJesolo. Paura per Riccardo Sturla Avogadri, ricoverato in fin di vita all’ospedale di Ferrara. L’esperto di squali del Tropicarium di piazza Brescia, reduce da un viaggio in Sud Africa, è stato ricoverato d’urgenza a causa di un’infiammazione al fegato che dovrebbe essere stata causata da un misterioso virus contratto in quel Paese. Sturla, 43 anni, originario di Ferrara, ex pilota d’aereo, è considerato uno dei massimi esperti di squali nel mondo.

Un sub che ha nuotato tra gli squali bianchi e senza gabbia protettiva in mare aperto. Ha fondato la Shark Academy e partecipato a svariate iniziative di sensibilizzazione per la protezione degli squali. Al Tropicarium ha portato e studiato molti degli esemplari in acquario, squali toro, grigi, dello Zambesi. Ha accompagnato in acqua la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto, all’epoca della sua fortunata campagna elettorale, ma anche giovani, anziani, disabili con i quali ha affrontato le paure dei bambini con handicap come terapia possibile per superare i loro problemi. Sembra che in Sud Africa abbia toccato la pinna dalla pelle abrasiva di uno squalo che poi gli ha provocato questa grave infiammazione. Giunto a casa, colpito da forte mal di testa, è stato trasferito all’ospedale nel reparto di malattie infettive in rianimazione e poi in isolamento.

«Le sue condizioni sembrano migliorate», confermano i gestori del Tropicarium di piazza Brescia, «ma se l’è vista davvero brutta. Ci è stato detto che era quasi spacciato, costretto nel letto di ospedale. incapace di muoversi e parlare. Non si sa ancora che virus possa averlo colpito e che ha provocato una gravissima infiammazione al fegato. Bisognerà ricostruire il suo soggiorno in Sud Africa e analizzare quanto ha fatto per capire che cosa sia successo a parte l’incontro con lo squalo e altri pesci.

«Sturla», aggiungono, «è con noi fin dalla nascita del Tropicarium in piazza Brescia, con rettili e i primi squali che poi abbiamo aumentato di anno in anno fino ad arrivare alle specie più pericolose del mondo e i coccodrilli, infine la mostra dei corpi polimerizzati a completare le nostre esposizioni. Pochi lo eguagliano nella conoscenza degli squali che ha visto a distanza di pochi centimetri fino a toccarli ed essere attaccato più volte, tanto da rischiare più volte la vita in mare». A Jesolo è stato spesso in mare aperto per analizzare le acque e l’eventuale presenza di squali quando furono segnalati. «Siamo tutti con il fiato sospeso», concludono, «in contatto con i familiari per avere notizie più precise».

articolo di Giovanni Cagnassi, La Nuova

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