Questo sito web usa i cookie

Il sito 2000sub.org utilizza cookie, anche di terze parti. Cliccando su Accetto o continuando la navigazione nel sito acconsenti all'uso di questi cookies.
Accetto
Informazioni

Nov

17

2007

Subacquea, business emergente: cinque aziende leader nel mondo, nasce il gruppo di Confindustria

Nasce a Genova, ma la sede operativa sarà a Chiavari, il gruppo di Confindustria che riunisce le aziende della subacquea che da sole rappresentano la metà del mercato mondiale del settore. Il gruppo si chiama Confisub e riunisce le società più importanti: cinque liguri, con sede tra Genova e Casarza Ligure, e due lombarde dell’hinterland milanese. Le liguri sono Cressi Sub (Genova), Mares (Rapallo), Scubapro Uwatec (Casarza Ligure), Seac Sub (S. Colombano Certenoli) e Technisub (Genova). Le lombarde Effesub (Seregno) e Omersub (Carate Brianza).

La ‘padrona di casa’ Marisa Patellani, presidente del gruppo territorale Chiavari e Tigullio di Confindustria, ha espresso naturalmente la sua soddisfazione per la scelta di Chiavari come sede operativa del gruppo. “Pur essendo le nostre le aziende più forti in Italia – spiega il leader di Effesub e presidente di Confisub Enzo Ferrari – il gruppo di Confindustria al quale abbiamo dato vita non vuole essere il ‘salotto buono’ dell’industria subacquea nazionale. Anzi, siamo decisamente aperti all’adesione e alla collaborazione di tutte le società del settore che vogliono unirsi a noi. Piccole o medie non ha importanza, l’unico discrimine è che devono essere produttori”.

Un chiarimento doveroso quello di Ferrari, dal momento che un gruppo di settore era già esistito ma a decretarne la fine era stata proprio la commistione delle caratteristiche aziendali e la conseguente confusione nella gestione del gruppo. La nascita del gruppo Confisub è una conseguenza dell’importanza dell’industria italiana del settore nel mondo. “La testa della subacquea mondiale è in Italia e specificamente nel Tigullio – dice Ferrari, spiegando anche la scelta della delegazione Confindustria di Chiavari come sede operativa – anche se la produzione ‘di primo prezzo’ è finita quasi del tutto in Estremo Oriente. Ma le aziende italiane sono il punto di riferimento per tutti, compresi Stati Uniti e Francia”.

Oggi insomma maschere, pinne e tubi si fanno quasi tutti in Cina e paesi dell’area, mentre tutte le attrezzature più sofisticate, compresi i computer da sub, sono studiati e sviluppati in Italia. Discorso più complesso per le mute da sub: quelle di minore tecnologia e prezzo più basso sono realizzate nel Far East, quelle più tecniche sono italiane. “Complessivamente le aziende del gruppo danno lavoro diretto a circa 350 addetti – afferma Ferrari – ma l’indotto è molto superiore. Qualche anno fa un’analisi di settore ipotizzava un indotto di circa 5.000 addetti per l’industria subacquea italiana, cifra sicuramente cresciuta da allora visto che il mercato è in espansione Quanto al giro d’affari si parla di 500 milioni di euro”.

Se Chiavari è destinata a diventare la capitale dell’industria subacquea, la Fiera di Genova si candida a lanciare il salone nazionale dei prodotti di settore. “In questo momento l’industria subacquea è priva di un manifestazione di settore – dice il direttore generale di Confindustria Genova Paolo Corradi – e sappiamo che la Fiera di Genova si sta muovendo per organizzare un salone nazionale”.

Fonte: Costantino Malatto, La Repubblica

Lascia un commento