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Mag

4

2007

Subacquea e OTS: una legge necessaria

Determinare le linee guida per un nuovo disegno di legge sul settore della subacquea. E’ stato questo il fulcro del convegno ‘Disciplina delle attività subacquee ed iperbariche: Le basi per una nuova proposta legislativa’, organizzato a Palermo dal Centro Studi C.E.DI FO.P, con il patrocinio della Provincia Regionale di Palermo, della Regione Siciliana, dell’IPSEMA – Istituto di prevenzione per il settore marittimo, del DETA – Dipartimento di diritto dell’economia, dei trasporti e dell’ambiente della Facoltà di economia dell’Università di Palermo. L’attività degli Operatori tecnici subaquei (Ots) continua a far riferimento ad un decreto ministeriale del 1979. Le successive proposte di legge, in particolare negli ultimi dieci anni, si sono fermate per mancate convergenze parlamentari e per tempi tecnici non coincidenti con quelli delle varie legislature. Un punto è emerso con chiarezza: le specificità di ogni settore della subacquea (professionale, sportiva, ricreativa) rendono necessaria definizioni di singole normative. Il convegno, svoltosi presso la Sala Congressi della Provincia Regionale di Palermo, con la collaborazione degli allievi del Cedifop, ha visto susseguirsi gli interventi di professionisti del settore, personalità istituzionali della Provincia di Palermo e della Regione siciliana, giornalisti. I lavori sono stati aperti da Francesco Mangiaracina, Assessore della Provincia alle politiche di coesione territoriale e promozione delle autonomie locali, che ha sottolineato le potenzialità del capoluogo siciliano nello sviluppo delle attività marittime. Palermo, il cui nome ellenico Panormos (‘tutto porto’) è indicativo della natura originaria, insieme con tutta la Sicilia si appresta ad affrontare una sfida decisiva. L’Unione europea ha stabilito che nel 2010 il Mediterraneo diventerà area di libero scambio. In quel momento per gli stati, le regioni, le città che si affacciano sul Mediterraneo inizierà una nuova fase storica. Palermo e la Sicilia hanno l’opportunità di far valere la propria centralità geografica, purché siano in grado di offrire condizioni logistiche e servizi di alto valore aggiunto in tutti i settori marittimi: dal turismo alla marina mercantile alla formazione professionale. Quest’ultimo settore, citato insieme alla sicurezza e alla legislazione in tutti gli interventi dei relatori, è stato subito affrontato da Achille Ferrero, presidente di CMAS – Confèdèration Mondiale des Activitès Subacquatiques (responsabile per la formazione di subacquei e di istruttori) che ne ha tracciato l’evoluzione, ricordando anche Luigi Ferraro (Quarto dei Mille, 1914 – Genova, 2006), incursore della Regia Marina durante la Seconda guerra mondiale, medaglia d’Oro al Valor Militare, che nel Secondo dopoguerra si impegnò nella promozione dei principi e delle tecniche di immersione nella subacquea civile, di cui è componente essenziale la sicurezza. E’ stato questo un tema che Antonio Parlato, presidente di Ipsema, ha sviluppato all’interno della questione sull’assicurazione per chi svolge attività subacquea. La necessità di maggiori controlli è direttamente proporzionale sia alle tutele per gli operatori, sia alla sicurezza nello svolgimento della professione, sia alle opportunità di lavoro. Certezza e chiarezza della legge è il punto qualificante del settore nei paesi anglosassoni e del Nord Europa, ha ricordato Giulio Melegari, presidente IDSA – International Diving Schools Association (fondata nel 1982 per la ideazione di parametri professionali validi a livello internazionale), portando ad esempio i testi in materia che fissano parametri ineludibili per operatori e imprenditori nella subacquea professionale. Oltre alla necessità della legislazione, componente rilevante è anche l’autodisciplina individuale, che deriva dalla esperienza. Il principio della chiarezza della norma vale anche in ambito sportivo e ricreativo; quest’ultimo a volte fatto rientrare in quello sportivo. Gaetano Occhiuzzi, presidente Adisub e vicepresidente RSTC Europe (fondata nel 1994 per eleborare norme standard in ambito di sicurezza del settore ricreativo), ha precisato che si tratta di settori differenti, poiché quello sportivo è da intendersi in senso agonistico. Differente la finalità di quello ricreativo, che negli ultimi anni è cresciuto a seguito dell’interesse turistico verso l’archeologia subacquea. Precisazione che ha effetto anche sull’oggetto principale: la legislazione. Oggi – ha ricordato Occhiuzzi – in mancanza di specifiche norme nazionali, nell’ambito della subacquea ricreativa vi sono regolamenti che variano da regione a regione, da cui la necessità per le organizzazioni di rappresentanza di cercare equilibri e interpretazioni convergenti. Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare della Regione siciliana, nel corso del suo intervento sulla subacquea scientifica, ha evidenziato che questo settore si prevede crescerà nei prossimi anni a seguito delle nuove linee guida sulla tutela del patrimonio archeologico rinvenuto nei fondali marini. Invece di portare nei musei gli oggetti, si costruiranno infrastrutture museali sottomarine. E’ una delle prossime sfide per l’archeologia subacquea, settore in cui la Sovrintendenza siciliana, avendo conseguito risultati notevoli in ambito organizzativo e progettuale, può considerarsi all’avanguardia a livello nazionale. Nella seconda parte del convegno, interventi di Giorgio Anzil (DFP-Diver Fidelity Project – Italia e della rivista Deep), Eliana Mini per la rivista Subaqva e di Vincenzo Natalè, docente del Cedifop che ha parlato della formazione professionale degli Ots. Dagli interventi è emersa la necessità che tra formazione professionale e lavoro vi siano più automatismi nel riconoscimento delle qualifiche. Nel dicembre 2006 è stata presentata una proposta di legge (n.1394) per la disciplina delle attività subacquee e iperbariche. Vi sono almeno due punti, che i rappresentanti delle organizzazioni subacquee ritengono da superare. Il primo è la riproposizione dell’impianto classico, ovvero un’unica normativa che regola insieme la subacquea professionale, quella sportiva e quella ricreativa. Il secondo è l’obbligo per operatori e imprese di registrarsi in un elenco presso gli assessorati regionali competenti (fino ad ora, gli operatori, per esercitare la propria attività, possono iscriversi al Registro Sommozzatori presso le Capitanerie di Porto). Il convegno si è protratto fino al primo pomeriggio, con altri interventi da parte dei relatori e da parte del pubblico, che ha partecipato in modo propositivo ai lavori. Alle conclusioni è apparso chiaro che le personalità presenti concordano sulla necessità che il mondo della subacquea necessita di un quadro normativo articolato nei vari ambiti: ogni settore – professionale, sportivo, ricreativo – dovrebbe avere una propria legislazione. La preparazione degli operatori, degli imprenditori, dei dirigenti, è già ora fonte di prestigio per l’Italia. Una legislazione chiara e specifica per i vari settori della subacquea consentirebbe di trovare più spazio in ambito internazionale, a beneficio dell’intero sistema produttivo e formativo italiano.

fonte: Ninni Radicilia - Iniziativa meridionale

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