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Giu

8

2008

Il “grattacielo” sommerso: la corsa al super relitto

Seicento euro per immergersi. “Così il Libano rinasce”

TRIPOLI (Libano)—Per decenni i marinai lo indicavano come uno dei luoghi più pescosi della costa libanese. Curioso, perché proprio qui, in questo tratto d’acqua blu profondo, una dozzina di chilometri al largo di Tripoli, dovrebbero darsi appuntamento i branchi più numerosi? “Non c’è altra spiegazione, se non la presenza di un grande relitto di nave che funziona da scoglio sommerso. è questa l’intuizione che quattro anni fa mi condusse direttamente a Victoria e mi ha fatto tanto disperare per i mancati guadagni a causa delle guerre in Libano”, dice Christian Francis dalla sua lancia a motore puntando speranzoso l’indice verso la superficie del mare. Speranzoso e ottimista perché i recenti accordi tra governo e opposizione sembrano garantire un periodo di calma. Finalmente, dopo sei mesi di crisi aperta, il Libano ha un nuovo presidente e si avvia alle elezioni del maggio 2009. Per Christian questo significa la possibilità di portare i suoi clienti a visitare il relitto e dollari assicurati. Ieri era già sul posto con quattro sub ucraini e altri sono in arrivo. Lui è una delle tante vittime, tra commercianti e uomini d’affari, dell’instabilità cronica del Paese.

Entusiasta sub, proprietario di un centro sportivo per le esplorazioni sottomarine che mira ad attirare visitatori dall’Europa e dall’ex Urss, nel 2004, allora 36enne, si convinse di aver trovato il suo Eldorado. “Dopo otto anni di ricerche ero finalmente riuscito a individuare il relitto dell’ammiraglia inglese, la corazzata Victoria, affondata per uno stupido errore di manovra il 22 giugno 1893. Allora pensavo di poter ricavare qualche cosa vendendo ciò che riuscivo a portare alla superficie e accompagnandoci qualche sub appassionato di immersioni tra i relitti d’epoca. Ma la mia sorpresa fu immensa nello scoprire che questo è l’unico caso del genere al mondo: un relitto immane, intatto, che si è conficcato sul fondo del mare in modo assolutamente perpendicolare”, spiega. Victoria era lunga 103 metri, per circa 35 la sua prua con i cannoni da oltre 400 millimetri è sprofondata nel fondale. Gli altri quasi 80 metri restano in piedi nell’acqua, come un gigantesco grattacielo che nella sua parte più alta si trova ancora a 70 metri dalla superficie del mare.

“Un monumento sottomarino assurdo, bellissimo nella sua unicità, il vero Monte Everest per i subacquei. Le eliche, i timoni e i cannoni di poppa sono puntati verso il chiaro della superficie “, esclama eccitato. Nell’autunno 2004 la sua scoperta è rilanciata dalla stampa britannica. Lui pianifica immersioni da due ore e mezza l’una per appassionati sub disposti a pagare tra i 400 e 600 euro a testa. I tempi lunghi non sono per la discesa, quanto per compensare nella risalita. Una dozzina di minuti a 100 metri di profondità richiedono quasi due ore poi per tornare in superficie. “Venni contattato da tutto il mondo, migliaia di potenziali clienti. I più entusiasti erano gli inglesi, seguiti da russi, francesi, tedeschi e ucraini. Ero stato intervistato anche da riviste specializzate americane “.

La foga del racconto è però raffreddata dalla memoria dolente delle recenti vicissitudini libanesi. Nel febbraio 2005 viene assassinato con la scorta il leader sunnita ed ex premier Rafiq Hariri. Seguono auto-bombe e violenze. Nel giugno 2006 Christian vorrebbe riprendere il suo progetto, ma il mese dopo il blitz dell’Hezbollah (il “Partito di Dio” sciita filo-iraniano) contro i soldati israeliani sul confine scatena 33 giorni di bombardamenti che mettono il Paese in ginocchio e fanno fuggire i turisti. Lui non si dà per vinto. E nell’estate del 2007 torna alla sua nave.

Ma gli scontri tra le truppe governative e i gruppi filo Al Qaeda nel campo profughi palestinese di Nahar El Bared spingono il governo a imporre il coprifuoco anche al largo di Tripoli. Per il 2008 era tornato a sognare. “A marzo avevo già raccolto circa 20.000 euro di prenotazioni, poi gli scontri e le violenze le hanno annullate. Ma ora sono tornato in piena attività. In Libano funziona così, un giorno si muore e l’altro ci si diverte “. Lo conferma il traffico sui porti libanesi: vuoti, desolati soltanto tre settimane fa, quando si pagavano fino a 30 mila euro per un posto sugli yacht privati verso Cipro, oggi segnano il tutto esaurito per gli arrivi in massa dei turisti. La sua nuova brochure pubblicitaria comprende un approfondimento dagli archivi della Royal Navy. Quel pomeriggio di 115 anni fa doveva essere una dimostrazione di forza della marina britannica contro quella ottomana. Una decina di battelli su due file parallele di fronte a Tripoli avrebbero dovuto invertire la rotta con una azzardata manovra gli uni verso gli altri. A causa di un errore di calcolo, il cacciatorpediniere Camperdown entrò in collisione con Victoria, causando un gigantesco squarcio nella parte anteriore della fiancata. “L’ammiraglia andò a picco in circa dieci minuti, con le eliche che giravano ancora a pieno regime spingendola sul fondo. Ora spero che rimanga immobile. Sarebbe davvero una beffa se si spezzasse proprio quando riuscirò a portarci i miei clienti”.

Corriere della Sera

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