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La visita di idoneità per l'attività subacquea sportiva

La legge italiana (D.M. 18/2/1982; D.M. 28/2/1983; Circolare 18/3/1996) impone a chiunque si appresti ad iniziare un'attività sportiva di sottoporsi ad una visita di idoneità, distinguendo tra quella prevista per l'attività agonistica e quella per l'attività non agonistica.

Essere idonei all'attività subacquea non significa certo avere un fisico da superman. Sulla base delle più recenti acquisizioni in campo di medicina iperbarica si dovrà invece accertare che gli organi maggiormente sollecitati in ambiente in cui la pressione aumenta rispetto a quella terrestre, diano comunque risposte fisiologiche.

A questo scopo chiunque si accinga ad iniziare o riprendere l'attività subacquea deve rivolgersi al medico e, se necessario, al medico specialista in medicina dello sport per alcuni accertamenti generali e specialistici.

Tra gli accertamenti generali il medico valuterà:

Storia clinica: è indispensabile indagare su eventuali problemi fisici o psicologici insorti a causa della precedente attività subacquea.

Età: sul tema età la letteratura mondiale parla di limiti indicativi che tengono conto della maturità psico-fisica del ragazzo; in generale e per motivi assicurativi il limite minimo è stabilito intorno ai 12-14 anni e comunque per i giovanissimi non sono consigliabili immersioni prolungate ad alte profondità.
Parlando di maggiore età il problema diventa soggettivo e legato ad eventuali patologie che possono insorgere con il passare degli anni. Per chi ha superato i 40 anni di età si consigliano accertamenti medici semestrali tenendo conto che i maggiori problemi possono riguardare il sistema circolatorio.

Fumo: purtroppo il fumo altera la funzionalità dell'apparato respiratorio e causa patologie controindicate al subacqueo: catarro bronchiale, alterazione funzionale di arterie coronariche e periferiche, turbe labirintiche e, cosa molto grave, il fumo riduce il trasporto di ossigeno da parte dell'emoglobina che viene bloccata dall'ossido di carbonio per il 5-10%. Non a caso il maggior numero di malattie da decompressione si riscontrano nei fumatori.

Peso corporeo: i tessuti grassi poco irrorati assorbono una quantità di azoto 5 volte superiore agli altri tessuti e lo eliminano molto lentamente: questo dato fa consigliare a soggetti con peso superiore al 10-20% di quello ideale, di effettuare immersioni in curva di sicurezza.

Farmaci: per il subacqueo è pericoloso assumere farmaci che riducono l'attenzione e farmaci che aumentano i sintomi di narcosi da azoto o da iperossia. Tra questi: sedativi, tranquillanti, antidepressivi, antistaminici, ipoglicemizzanti, beta bloccanti, anti convulsivanti ipnotici, anti-psicotici. Per questo al controllo si deve riferire al medico qualsiasi trattamento farmacologico in uso e solo il medico può stabilire i rischi eventuali.
Tra gli accertamenti specialistici:

Otorino-laringoiatria: il primo esame riguarda l'integrità e la mobilità della membrana timpanica. E' importante che questa sia in ottimo stato dato che nel corso di un'immersione la variazione di pressione che si instaura tra la sua faccia esterna rivolta verso il condotto uditivo e la sua faccia interna che dà sull'orecchio medio, si bilancerà rendendola soggetta ad estroflessioni ed introflessioni.
Anche la presenza di abbondante cerume nel condotto uditivo esterno può essere motivo di preoccupazione: durante la discesa sott'acqua si crea una sorta di camera d'aria tra il timpano e il condotto esterno e per aumento della pressione esterna si può avere un'estroflessione della membrana timpanica che può arrivare anche alla perforazione.
La deviazione del setto nasale e polipi nasali non sono controindicazioni se il soggetto riesce a compensare. La rinite rende difficile la compensazione e per questo va risolta prima delle immersioni.

Oculistica: chi ha problemi di vista in acqua può usare la maschera ottica oppure le lenti a contatto.
In immersione la vista è importante per potersi orientare, per leggere manometro, orologio, profondimetro, tabelle, bus-sola, computer.
I portatori di glaucomia devono consultare lo specialista per valutare i rischi eventuali; così come chi ha subìto un qualsiasi intervento chirurgico all'occhio.