Tutti i subacquei sanno bene che per vedere e far risaltare i colori sott'acqua è necessario l'utilizzo di una torcia che illumini ciò che stiamo guardando. Il mondo della videsub non è diverso, e una delle cose fondamentali che fanno la differenza tra un bel video e una ripresa amatoriale è proprio la corretta illuminazione della scena.
E se a basse profondità la luce solare può essere sufficiente, man mano che scendiamo in profondità ci rendiamo conto che la luce naturale non ha più effetto, e ci dobbiamo per forza affidare ad altre fonti di illuminazione.
Normalmente, nella fotosub si possono utilizzare sia i flash che i fari a luce fissa, ma per i video sono ovviamente indispensabili questi ultimi, fermo restando che potremo comunque utilizzarli anche per immagini statiche, se la nostra action cam ha questa opzione.
Nella scelta del nostro sistema di illuminazione, sarà opportuno valutare alcune caratteristiche fondamentali:
La prima domanda che ci si pone al momento dell'acquisto degli illuminatori è probabilmente "di quanti lumen ho bisogno per l'illuminazione subacquea?". Questa è forse la caratteristica più importante che differenzia le luci video.
La potenza emessa da una luce viene misurata in unità note come watt e lumen, anche se non c'è una reale corrispondenza tra le due unità di misura. In pratica, si può affermare che più lumen emette una luce, più forte è. Le gamme di lumen comuni oggi sono 500-1000 per una luce di base, 2000-3000 per una luce di medio raggio e quelle più potenti possono raggiungere anche i 30.000 lumen.
Una cosa importante da ricordare è che i lumen vengono misurati raccogliendo tutta la luce emessa dal dispositivo, quindi la luminosità effettiva del soggetto illuminato dalla luce varierà in base alla prossima caratteristica: l'angolo del raggio.
Cos'è l'apertura del fascio? Una luce video può essere progettata per mettere a fuoco un determinato punto o diffondere la sua emissione di luce in modi diversi. Concentrare tutta la luce su un raggio molto stretto con lenti e specchi, creerà effettivamente una luce subacquea, che è ottima in una normale immersione per individuare qualcosa e per segnalare ad altri subacquei.
Al contrario, distribuire l'illuminazione con un angolo di 60, 100 o anche 120 gradi, a seconda dell'obiettivo usato, è sicuramente più efficace per illuminare le riprese video, in modo da poter coprire l'intera scena combinando una, due o anche più luci ad ampio raggio e non avere punti bui nella ripresa.
La maggior parte delle luci video presenterà un angolo del fascio di 60-120 gradi. Questo fattore determinerà la luminosità del soggetto nell'inquadratura tanto quanto il flusso luminoso. Ad esempio, per una ripresa macro potrà bastare una lampada con un angolo del fascio di 60 gradi, mentre utilizzando un obiettivo grandangolare, come il wide della GoPro, per illuminare una scena più vasta sarà necessario avvicinarsi più possibile ed utilizzare almeno due lampade ad ampio raggio.
Esistono anche delle torce con raggio variabile, che possono cioè regolare l'ampiezza del raggio luminoso tramite un meccanismo: potrebbero sembrare ideali, ma di solito non riescono a raggiungere un angolo del fascio molto ampio per i video.
Anche la qualità del fascio luminoso è un elemento molto importante: una lampada con corpo illuminante composto da molti LED può comportare un raggio meno regolare rispetto a un singolo LED o a un diffusore che distribuisce la luce in modo uniforme. Inoltre, è da considerare la cosiddetta "temperatura colore". La temperatura di colore si misura in gradi Kelvin (K). Con questi gradi si indicano le caratteristiche cromatiche della luce, ossia la tonalità di una specifica sorgente luminosa.
La luce bianca può assumere infatti diverse tonalità: se tende al rosso è una luce calda, se invece tende al blu è una luce fredda. Il nostro cervello è in grado di correggere ed annullare le eventuali diverse dominanti cromatiche presenti nella luce che illumina la scena, ma il discorso è diverso per quanto riguarda le apparecchiature foto e video, per cui le riprese potranno avere una dominante di colore diversa a seconda del tipo di illuminatori utilizzati. E naturalmente, se abbiamo due lampade, dovranno giocoforza avere la medesima temperatura colore, preferibilmente, a mio parere, tendente al caldo per contrastare la dominante azzurra della luce filtrata dall'acqua.
Nel corso degli anni, i produttori hanno creato diversi tipi di interruttori per accendere e spegnere le luci subacquee, ognuno con propri vantaggi e svantaggi. La maggior parte si possono raggruppare in due categorie:
Le lampade video vengono generalmente montate su bracci snodabili fissati ad una staffa al centro della quale è applicata la videocamera. La staffa è provvista di impugnature che permettono di mantenere equilibrato il sistema. Nella scelta delle lampade subacquee va considerato quindi anche il tipo di attacco che le collega al braccio: poichè ne esistono diversi tipi, va verificato che siano compatibili tra loro. I più comuni sono gli attacchi a sfera da 2.5 cm, che vengono fissati con delle clip.
La maggior parte delle moderne lampade a LED ha una durata della batteria a piena potenza di circa 50-70 minuti. Tuttavia, per quanto riguarda le batterie, le aziende hanno adottado diverse soluzioni:
E arriviamo alla nota dolente... alla fine tutto si riduce al prezzo. Tutte le funzionalità di cui abbiamo parlato, possono portarci a voler scegliere l'opzione migliore, più potente e più versatile disponibile, ma poi si finisce per scoprire che o non esiste oppure costerà qualche migliaio di euro in più del previsto. In effetti, nel mondo della subacquea, creare un prodotto di qualità non costa poco e bisogna accettarlo. Gli illuminatori video possono costare da 100 euro a 3.000 e oltre, quindi è necessario decidere in anticipo il budget e quindi considerare solo le migliori opzioni all'interno di quel budget.
Il problema più comune nelle riprese video subacquee è l'errato posizionamento degli illuminatori rispetto all'ottica che utilizziamo. Nelle riprese macro è abbastanza semplice illuminare il soggetto, perchè la dimensione ridotta della scena e la vicinanza al protagonista ci facilitano il compito e anche con una sola luce posizionata in asse con la videocamera non è difficile ottenere buoni risultati.
Diverso è il caso di riprese di ambiente con obiettivo grandangolare o di soggetti grandi e distanti. In questa situazione un'illuminazione centrale, in asse con l'obiettivo, provocherebbe il fastidioso effetto "neve", specialmente in caso di acque non troppo limpide. La soluzione è utilizzare due lampade, posizionate distanti dalla videocamera e angolate in modo che il margine dei coni di luce siano fuori dall'inquadratura. Per un'illuminazione naturale e uniforme, sarà quindi opportuno non concentrare i fasci luminosi sul soggetto, ma al contrario, farli divergere, in modo che i margini centrali dei fasci luminosi si fondano tra loro, creando un'unica area luminosa continua e uniforme.
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