Furono tre le missioni che il
Thistlegorm effettuò prima dell’ultima e fatale: la prima lo portò negli Stati Uniti, con un carico costituito di parti di aereo e rotaie ferroviarie. La seconda ebbe come meta le Indie Orientali, mentre la terza l’Argentina. Per la quarta, ultima fatale missione, il Thistlegorm (che in gaelico significa "cardo blu") era destinato al trasporto di materiali bellici e, probabilmente, faceva parte di un piano di offensiva destinata a rilanciare l’ottava armata inglese contro il generale Rommel.
La nave partì da Glasgow la prima settimana di settembre del 1941, diretta verso lo stretto di Suez e il Mar Rosso. All’ancora nello stretto di Gubal, alle 01:30 del mattino del 6 ottobre 1941, venne inesorabilmente colpita e affondata. L’attacco aereo tedesco fu fulmineo; per gli Heinkel He 111 fu facile centrare almeno un bersaglio, dato che quasi venti navi si trovavano alla fonda a poca distanza l’una dall’altra. Quella notte la seconda squadriglia della Kampfgeschwader KG 26I di stanza a Creta era in azione sulle coste del Sinai; nel chiarore della luna piena i piloti tedeschi intercettarono il convoglio e attaccarono a caso una delle navi presenti. Le bombe lanciate dagli Heinkel raggiunsero l’obiettivo proprio all’altezza della stiva n. 4. Un’impressionante esplosione illuminò a giorno la scena e tutti videro il Thistlegorm affondare, spezzato in due dalla potente deflagrazione. Purtroppo 5 cannonieri e 4 marinai morirono nell’esplosione, mentre gli altri 49 membri dell’equipaggio si salvarono lanciandosi in acqua per poi essere recuperati dalle scialuppe di salvataggio.
Fu il comandante
Jeacques Cousteau con la sua mitica nave oceanografica Calypso a scoprire, nel 1956, sul versante esterno dell’immenso reef di Sha’ab Ali (27°48'80" N - 33°55'25" E), al largo delle coste occidentali del Sinai, il relitto del Thistlegorm. Nelle stive si trovavano un’infinità di munizioni e i più svariati mezzi militari destinati alle truppe inglesi stanziate in Africa settentrionale. Dai camion Bedford, alle automobili Morris, dalle motociclette BSA modello WDM20, alle numerose casse di fucili Lee Enfield MK III e vari pezzi di ricambio, parti di aerei, cingoli, generatori, stivali di gomma, reti da campo e molte casse di medicinali. Nelle stive n. 3 e 4 si trovava il grande arsenale degli esplosivi: mine anticarro, proiettili d’artiglieria di grosso calibro, casse contenenti munizioni leggere e bombe a mano. Sul ponte invece, insieme ai due paravane (dispositivi simili a grandi siluri che venivano trainati ai due lati della nave per proteggerla dalle mine a percussione), si trovavano due piccoli tank, quattro vagoni ferroviari e due locomotive. Proprio questo enorme e pesantissimo carico fu la causa del rapido affondamento della nave. Gli esplosivi presenti nella stiva n. 4 dilaniarono lo scafo, che in breve scomparve poggiandosi in assetto di navigazione su un fondale piatto e sabbioso profondo poco più di 30 metri. Il Thistlegorm dista 19,5 miglia da Ras Mohammed e 31 miglia da Naama Bay.
L'immersione
Il sito di immersione è spesso battuto dalla corrente e dal vento che provengono dal nord, creando condizioni di mare increspato e di visibilità sottomarina non eccezionale, e l'immersione dovrebbe essere riservata a subacquei con esperienza, ed in possesso di un brevetto avanzato.
Il relitto soffre terribilmente delle migliaia di subacquei che ogni anno lo visitano, attirati dalla storia che rappresenta. I decenni ed il gran numero di visitatori che giornalmente si immergono su questa vecchia nave, con le sacche di bolle di aria che si formano all'interno, hanno causato un serio deterioramento delle strutture ed il governo egiziano sta considerando di chiudere il sito alle immersioni ricreative almeno per un certo periodo, in modo da permettere la stabilizzazione del relitto stesso.
Abbiamo effettuato l’esplorazione completa della nave in più fasi, durante tre successive immersioni. Qui mi limito a descrivere la nave nella sua totalità, senza suddividerla per immersioni. Il relitto del Thistlegorm è orientato per nord-ovest, sud-est. Partendo dalla zona poppiera, sul lato occidentale ammiriamo la grande elica e la meravigliosa poppa vista dal basso. Pinneggiando lungo il lato sinistro, saliamo fino al ponte superiore dove si trovano la mitragliatrice pesante e il cannoncino antiaereo tutti ricoperti da alcionari e ben visibili sulla coperta a 25 metri di profondità. Osserviamo l’ampio squarcio aperto dalle bombe tedesche in corrispondenza della quarta stiva che conteneva munizioni, bombe, i due carri armati e una locomotiva, che dopo l’esplosione è stata catapultata a una distanza di circa 30 metri dalla nave a una profondità di 28 metri.
Risaliamo lungo il ponte, contrastati da una forte corrente contraria diretta a sud-est, ci dirigiamo verso la prua dove a 15 metri si può osservare il grande salpa-ancore. L’ancora di sinistra è ancora appesa e pende dall’occhio di cubia, mentre la catena di dritta scende verticale sul fondo a 31 metri di profondità per poi snodarsi in direzione nord fino all’ancora distante una sessantina di metri.
Durante le nostre immersioni abbiamo più volte esplorato le strutture interne della nave, le tre stive e il loro carico. La prima stiva situata a prua è la più interessante: nella sua parte più profonda contiene casse di medicinali, fucili Lee Enfield MK III, stivali di gomma e pneumatici, mentre nel livello superiore si trovano le motociclette BSA e alcuni modelli di automobili Morris. La seconda stiva posta in posizione mediana, il cui ingresso è fiancheggiato da due vagoni ferroviari, è suddivisa come la precedente in due livelli: in quello inferiore si trovano i camion Bedford, mentre nel piano superiore vi sono altre motociclette BSA e automobili Morris.
Immediatamente a poppavia della seconda stiva si trova la plancia parzialmente scoperchiata da cui si può accedere alla cabina di comando. Sotto visitiamo l’alloggio del comandante, all’interno del quale si vede ancora una vasca da bagno. Procedendo verso poppa si giunge alla terza stiva nella quale si trovano per lo più casse di munizioni e bombe a mano: al di là si nota il foro del fumaiolo a poppavia del quale vi è lo squarcio corrispondente alla quarta stiva con i due cingolati MK II Bren Carrier.
Durante tutte le nostre immersioni ammiriamo anche la ricca fauna che popola il relitto: dai banchi di platax, ai barracuda, dalle grosse cernie ai banchi di carangidi e lutianidi.