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Dic

17

2010

Se gli squali attaccano l’uomo è colpa dell’uomo

squali a sharm

Riaprono alla balneazione le spiagge di Sharm el Sheikh dopo che circa 10 giorni fa si sono verificati a distanza di pochi giorni due attacchi di squali verso esseri umani. Una turista tedesca è morta e tre turisti russi sono stati gravemente feriti. Le autorità egiziane ovviamente hanno iniziato la caccia agli squali.

Secondo gli studiosi però questi attacchi non sono casuali e qualcosa di strano sta accadendo nel Mar Rosso. In una intervista pubblicata da Galileo a Alessandro De Maddalena uno degli studiosi più importanti al mondo per la sua conoscenza sugli squali (è presidente della Società Ittiologica Italiana, nonché curatore della Banca Dati Italiana Squalo Bianco, membro del Gruppo Mediterraneo di Ricerca sugli Squali) spiega che:

Il mondo scientifico è concorde nel ritenere che gli esseri umani stiano depauperando le risorse del mare. Le prede degli squali stanno diminuendo, e sempre più spesso i pescatori finiscono con il cacciare proprio questi animali. Senza contare lo sviluppo del turismo, con la presenza sempre più massiccia di imbarcazioni e strutture per le immersioni e la pesca subacquea. Purtroppo, incidenti di questo genere sono molto più comuni di quanto si pensi.

Ma non solo. Accanto alla depredazione del mare c’è anche la cattiva abitudine, per sollazzare i turisti dediti alle immersioni, di richiamare gli squali in mare lasciando abbondante cibo. Spiega De Maddalena:

Di solito gli squali nuotano in mare aperto o, comunque, a centinaia di metri dalla riva. Nella maggior parte dei casi, ad attrarli vicino alla costa sono gli stessi abitanti che, a scopi turistici, hanno l’abitudine di nutrirli in maniera sconsiderata, così da attirare più sub nella zona. Addirittura, c’è l’abitudine di scaricare gli avanzi delle cucine in mare, nella speranza di aumentare la presenza degli squali durante le immersioni.

De Maddalena, è stato contattato dalla Chamber of Diving and Water Sports of Egypt assieme ad altri studiosi per esprimere un primo parere su questi attacchi e ha potuto visionare le foto dei morsi. Ecco qual’e stata la sua ipotesi peraltro condivisa da Ralph Collier, Marie Levine e George Burges:

Sulla base delle ferite inferte nei primi tre attacchi, penso si sia trattato di due squali diversi. Nel primo caso ho ipotizzato un longimano (Carcharhinus longimanus), mentre l’autore degli altri due attacchi potrebbe essere uno squalo mako dalle pinne corte (Isurus oxyrinchus). Entrambe le specie, ritenute tra le dodici più pericolose al mondo, popolano normalmente le acque del Mar Rosso, insieme a un’altra cinquantina.

Secondo De Maddalena gli attacchi ai turisti russi sono stati causati da un animale malato:

Almeno nel caso dell’esemplare che ha attaccato più volte – il mako, secondo la mia analisi – è possibile che l’animale abbia agito così perché ferito o malato. Di norma gli squali non attaccano gli esseri umani: si indirizzano verso prede più piccole e più veloci. Inoltre, di solito non consumano la loro preda: mordono e scappano via. Dalle fotografie che ho potuto visionare, invece, emerge un’asportazione importante dei tessuti: un modo di mangiare che difficilmente appartiene a uno squalo in buone condizioni di salute.

fonte: Ecoblog

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