Tra i molluschi che popolano i nostri mari, i nudibranchi sono certamente tra gli organismi più belli e meno conosciuti. Questi molluschi gasteropodi, appartenenti all'ordine degli Opistobranchi, hanno perso la conchiglia (che mantengono solo allo stadio larvale) e sono spesso caratterizzati da complesse livree cromatiche che ne fanno, per la loro bellezza e varietà, le "farfalle del mare".
Sono animali di pochi centimetri di lunghezza e spesso sfuggono all'osservazione del subacqueo meno attento, ma per la vivezza dei loro colori e la stranezza delle loro forme, presentano un notevole interesse, non solo scientifico ma anche estetico, oltre ad essere dei soggetti perfetti per il fotografo subacqueo.
Il loro interesse esula anche dalla ricerca pura: recenti studi hanno messo in evidenza la presenza, in alcune specie, di molte sostanze "attive" dal punto di vista farmacologico e pertanto negli ultimi anni il loro "interesse" è aumentato considerevolmente.
Nel Mediterraneo sono presenti oltre 230 specie di nudibranchi, raggruppate in quattro sottordini con aspetti morfologici esterni piuttosto diversi: Doridina (oltre 120 specie), Aeolidiina (circa 70 specie) Dendronotina (circa 30 specie), Arminina (10 specie). Di queste, circa 60 specie sono endemiche, si possono trovare cioè solo nel Mediterraneo, mentre le altre condividono l'habitat con specie che si possono reperire anche in altri mari nel mondo.
Oltre 200 specie di questi molluschi sono state finora segnalate lungo le coste italiane, ma probabilmente ne esisono altre non ancora classificate.
I nudibranchi vivono negli oceani e nei mari di tutto il mondo, dall'Artico all'Antartico e presentano, per lo più, abitudini bentoniche.Nessun nudibranco vive in acque dolci.
Purtroppo, a causa dell'inquinamento, molte specie, un tempo comuni, oggi sono diventate assai rare, soprattutto se legate alle pozze di scogliera ed agli ambienti più superficiali.
Le specie più appariscenti sono certamente legate all'ambiente roccioso, dove incontriamo forme di rara bellezza anche a pochi metri di profondità, mentre altre specie dai colori meno appariscenti vivono in gallerie scavate nelle sabbie e nei fanghi, e sono perciò difficilmente osservabili. I nudibranchi sono zoofagi, si nutrono cioè di organismi animali o dei loro prodotti, e spesso la loro dieta è talmente specializzata da nutrirsi di una singola specie. Per questo motivo, alcuni nudibranchi sono legati a ben definiti microambienti da cui non si allontanano mai. La Peltodoris atromaculata, detta comunemente "vacchetta di mare" per la sua caratteristica livrea "pezzata", si incontra quasi esclusivamente sulla spugna Petrosia ficiformis di cui si ciba. Flabellina e Cratena, specie comunissime lungo le nostre scogliere a pochi metri di profondità, trascorrono la maggior parte del loro ciclo vitale su i grandi idroidi coloniali del genere Eudendrium che rappresentano la loro fonte di nutrimento.
Durante la loro evoluzione i nudibranchi hanno sviluppato dei peculiari schemi di colorazione che implicano importanti adattamenti funzionali spesso non del tutto chiari. La progressiva riduzione della conchiglia, la principale struttura difensiva dei molluschi, ha reso necessario un sistema di difesa alternativo, generalmente strutturale o di origine biochimica, che spesso è connesso alla complessità degli schemi di colorazione. Le notevoli espressioni cromatiche dei nudibranchi si sono sviluppate, nel corso dell'evoluzione, parallelamente alla conquista di raffinate tecniche di difesa chimica che rendono i nudibranchi poco apprezzati, o addirittura pericolosi, per il predatore. Ad esempio, alcune specie sono in grado di secernere sostanze tossiche o acide, mentre altre utilizzano le spicole calcaree o silicee delle spugne di cui si cibano per rendersi particolarmente indigeste.
L'ordine dei nudibranchi appartiene alla sottoclasse Opisthobranchia nella classe Gasteropoda ed è caratterizzato dalla presenza di un cuore posto dinnanzi alla branchia, da una conchiglia presente solo nella fase larvale e da una parziale detorsione del sistema nervoso.
Il corpo dei nudibranchi presenta una simmetria bilaterale esterna e spesso porta sul dorso numerose "digitazioni", che assolvono diverse funzioni, da quella respiratoria, a quella digestiva, e anche difensiva.
La bocca, in genere posta in posizione anteriore, è composta da un complesso sistema di muscoli e per lo più contiene la radula, una specie di lingua munita di denti chitinosi.
Il cibo, passando attraverso un esofago ricco di ghiandole salivari, arriva allo stomaco dove viene digerito ed assorbito da una complessa ghiandola epatica. L'ano può essere sia in posizione postero-dorsale che laterale, ma in alcune specie dove sono assenti residui digestivi, può essere totalmente mancante.
Il sistema circolatorio è piuttosto semplice, ed è costituito da un cuore con un solo atrio che pompa il sangue lungo un aorta dorsale.
La funzione respiratoria è generalmente affidata ad una serie di appendici cutanee (branchie secondarie) che, nei singoli sottordini, possono assumere strutture diverse.
I nudibranchi sono ermafroditi ed hanno un sistema riproduttivo complesso. Le aperture genitali si aprono sul lato destro del corpo e sono spesso chiaramente visibili. La riproduzione avviene soprattutto all'inizio della primavera, me le specie più frequenti si accoppiano praticamente tutto l'anno.
Ogni specie depone una cordone ovarico caratteristico a seconda del sottordine di appartenenza, costituito da una serie di capsule ovigere che contengono mediamente da 5 a 20 uova ciascuna. Alla schiusa delle uova nasce generalmente una larva conchiliata detta veliger che conduce, secondo le proprie strategie di sviluppo, vita planctonica per un periodo più o meno lungo, trascorso il quale avviene la metamorfosi in adulto, spesso attivata dalla presenza del cibo. La vita media di un nudibranco non supera quasi mai un anno o due.