Le seppie, curiosi animali che popolano il fondo del mare
di Paolo Guarnieri
Nel mondo dei molluschi esiste una grande varietà di specie diverse una dall'altra; alcune vivono all'interno di una conchiglia, altre hanno corpo molle senza guscio né scheletro.
Uno dei molluschi largamente diffuso nei nostri mari è la
Seppia: si potrebbe pensare che non rivesta particolare interesse per i subacquei, mentre merita invece di essere conosciuto più da vicino. La Seppia, mollusco
Cefalopodo Decapode che appartiene alla famiglia dei
Sepidi, ha il corpo dotato di due strane pinne nastriformi, testa grossa, occhi molto sviluppati; possiede dieci tentacoli (e da qui il termine Decapode) muniti di ventose, due dei quali di forma diversa sono più lunghi degli altri.
La conchiglia di questo animale, anziché rivestire il corpo come avviene per molti altri animali della stessa specie, si trova all'interno del corpo ed è l'unica struttura rigida con funzione di spina dorsale. Molti ricorderanno l'osso di Seppia, largamente usato nelle gabbiette degli uccellini per dar modo ai simpatici volatili di lisciare il becco sfregandolo, per l'appunto, su questo osso.
Come avviene per il
Polpo, anche la Seppia è dotata di una ghiandola che secerne una sostanza nera che, disciolta nell'acqua, ha funzione di difesa: intorpidendo l'acqua disorienta l'assalitore riuscendo così a proteggere la fuga di questo animale. Tale sostanza venne impiegata nel passato nella fabbricazione di particolari coloranti, e anche qui si ricorderà il classico termine 'Color seppia' per indicare una cena gradazione di tinta.
Questi animali vivono a varie profondità, anche se prediligono infilarsi nella sabbia mimetizzandosi in modo tale da non riuscire più a distinguerle. Il loro alimento base è costituito prevalentemente da piccoli pesci e crostacei che ingoiano dopo aver rotto le parti più dure con il becco.
Nel mare Mediterraneo le specie più diffuse sono principalmente tre: la
Sepia Officinalis, detta anche
Seppia comune, che può raggiungere i 35 centimetri di grandezza; la
Sepia Orbignyana, nota come
Seppia Pizzuta, lunga al massimo 12 cm; infine la
Sepia Elegans, o
Seppia Piccola, che non supera i 9 centimetri di lunghezza.
Ma anche sono il profilo gastronomico le Seppie non sono da sottovalutare, hanno carni squisite e povere di grassi con le quali si possono preparare ottimi piatti, dalla frittura per le piccole Seppie, alla specialità in umido e, per i buongustai, cucinandole nel proprio sugo ottenuto con il liquido nero.
Le
uova vengono deposte in mezzo alle alghe, fra le gorgonie o fra i coralli e, dopo un periodo in incubazione nel grembo di madre natura, prenderanno vita i piccoli che si troveranno ad affrontare non pochi pericoli per sopravvivere.
Molti anni fa, durante un'immersione trovammo uno di questi piccoli vaganti fra le alghe ed era talmente piccolo che faticammo a prenderlo, nel timore di poterlo danneggiare. Lo tenemmo fra le mani ed era veramente curioso il modo in cui si muoveva con la sola flessuosità della lunga pinna semitrasparente che corre lungo il corpo. Non potevamo certo rilevare i suoi battiti del cuore ma certamente doveva essere in preda al terrore e, quando ci rendemmo conto del suo spavento, aperta la mano, lo lasciammo andare subito.
Animali di queste dimensioni hanno vita difficile nel mondo sottomarino e fino a quando non impareranno a mimetizzarsi fra le alghe o sotto la sabbia, saranno un facile bersaglio per soddisfare l'appetito dei pesci più smaliziati.
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La seppia comune (Sepia officinalis)
La seppia è un mollusco cefalopode di colore grigio/verdastro, con strisce brune più marcate durante il periodo riproduttivo, che può raggiungere dimensioni massime di 35 cm. Il corpo ha la forma di un sacco ovale schiacciato, detto mantello, ai cui lati sono presenti due pinne, separate caudalmente, che agita per muoversi nell'ambiente.
La testa, che sporge dal mantello, presenta una bocca con un paio di mascelle cornee, simili al becco di un pappagallo, in grado di perforare l’esoscheletro dei crostacei e di spezzettare la carne delle prede, attorno alla quale si trovano quattro paia di corti tentacoli, rivestiti di ventose, e due braccia tentacolari prensili e retrattili, con le ventose solo all'estremità, che vengono utilizzate per la difesa e per catturare le prede.
Gli occhi sono sporgenti, con una grande pupilla a forma di "W" e sono molto evoluti, tanto da essere considerati altrettanto efficienti di quelli dei vertebrati.
Dentro il mantello è presente la conchiglia calcarea del mollusco, ovale e piatta, detta sépion e nota comunemente come "osso di seppia", ed una sacca ghiandolare contenente un liquido ricco di melanina, comunemente conosciuto come inchiostro (il "nero di seppia"), che il mollusco può espellere dal sifone (che si trova sotto gli occhi e che ha anche funzione respiratoria) quando si trova in una situazione di pericolo o se si sente minacciato, formando una nube che lo nasconde alla vista dei nemici, confondendoli.
Le seppie, come tutti i cefalopodi più evoluti, sono animali dotati di notevoli capacità mimetiche: sul dorso del mantello sono presenti infatti speciali cellule dette cromatofori, che permettono variazioni di colorazione non solo a seconda del fondale dove si trovano, ma anche, in brevissimo tempo, per fini emotivi, predatori o difensivi.
Gli habitat naturali delle seppie, animali piuttosto comuni in tutto il Mediterraneo, sono i fondali sabbiosi detritici o melmosi dalla costa fino a cento metri di profondità, e le praterie di posidonia oceanica, pur trovandosi a volte anche in ambienti rocciosi. Sono carnivore e predatrici, molto attive soprattutto nelle ore notturne, e si cibano di piccoli pesci, granchi, gamberetti, vermi acquatici, cefalopodi (tra cui anche altre seppie), e altri molluschi, che catturano estroflettendo rapidamente i due tentacoli più lunghi.
Come tutti i Cefalopodi, la seppia presenta sessi separati ed è una specie semelpara, ovvero si riproduce una sola volta in tutta la vita.
Diversi studi hanno dimostrato che nel mar Adriatico esistono due popolazioni distinte di seppie, che hanno periodi di riproduzione diversi; una popolazione si riproduce in primavera e una si riproduce durante l'autunno. In questi periodi, la seppia compie delle migrazioni avvicinandosi alle coste dove avverrà l'accoppiamento. Per attirare la femmina, sul corpo del maschio compaiono delle linee color rosso fuoco, ed l'ectocotilo, tentacolo modificato per la riproduzione, viene aperto, così da comunicare la sua disponibilità all’accoppiamento. E' da notare un particolare comportamento osservato più volte: se viene rifiutato o allontanato da altri maschi dominanti, esso tende ad accoppiarsi in ogni caso, assumendo la stessa colorazione della femmina per avvicinarla senza destare sospetti negli altri maschi, e fecondarla quindi a sorpresa.
Il maschio produce circa 1.400 spermatofore (sacchetti contenenti lo sperma) che vengono introdotti nel corpo delle femmine tramite l'ectocotilo dopo un'attraente danza di corteggiamento. Le femmine producono grandi uova nere con un diametro compreso tra 7 e 9 mm (da 150 a 4.000), simili a grappoli d'uva, che, una volta fecondate, vengono deposte attaccandole a diversi substrati in prossimità delle coste. La schiusa avviene dopo un periodo da uno a tre mesi, e le piccole seppie neonate, lunghe 7-8 mm, sono pelagiche e già in grado di cacciare autonomamente.
Incontrare una seppia in immersione non è difficile, almeno negli habitat giusti: di giorno mantiene le distanze, nuotando via velocemente al primo segno di pericolo con il suo potente sistema propulsivo, ma di notte si lascia avvicinare mentre è a caccia, quel tanto che basta per osservare i mutamenti di colore e i rapidi movimenti delle pinne laterali. Di carattere schivo e tipicamente solitaria, si incontra sempre da sola, a meno che non si abbia la fortuna di assistere ad una lotta o a un corteggiamento.
Nomi dialettali
Abruzzo: Seppia
Calabria: Seppia, Siccia, Seppia ‘mperiali
Campania: Seccia, Seccetella
Emilia-Romagna: Sòipa
Friuli-Venezia Giulia: Seppia, Sepa
Lazio: Seppia
Liguria: Sepia, Sepieta, Seppia
Puglia: Seccia, Siccia, Cècce, Scarpitta
Sardegna: Sippia, Sepia, Seppia
Sicilia: Siccia, Pruppusiccia
Toscana: Seppia
Veneto: Sepa, Sepa de porto, Seppia
All'estero
Inglese: Cuttlefish
Francese: Seiche
Spagnolo: Choco, Jibia
Greco: Soupiá
Tunisino: Shoubia
Turco: Mürekkep baligi, Supya