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Australia: immersioni nella Grande Barriera Corallina

di Mauro Baldo e Chiara Bottari
19 Settembre 2004: nozze!!! Il giorno seguente è dedicato agli ultimi preparativi ed il 21 si parte con destinazione Singapore, per poi recarci in Australia, dove ci aspetta una serie di immersioni nella favolosa Grande Barriera Corallina. Anche se prima di questo abbiamo fatto altri viaggi, l’eccitazione all’aeroporto di Venezia prima della partenza, si fa sentire ugualmente.

Il giorno dopo atterriamo a Singapore, e per tre giorni ci dedichiamo alla visita di questa ultra moderna città-stato asiatica. Girare per Singapore è piacevole e affascinante, in quanto si passa dall’ultra moderno all’esotico, nello spazio di qualche km., ed i luoghi da visitare non mancano di certo. I tre giorni trascorrono in fretta e intensamente, e dopo tanto camminare, un paio d'ore a rilassarci in spiaggia non ce le toglie nessuno! La sabbia è bianchissima e finissima; l'acqua limpida e quasi calda. Dalla spiaggia un ponte di corda ci collega ad un isolotto sul quale oltre che ad un punto panoramico, c'è una costruzione in pietra e un cartello che ci indicano che siamo arrivati al punto più meridionale di tutta l'Asia peninsulare.

Il giorno seguente rieccoci in aereo, per arrivare finalmente in Australia, all'altro capo del mondo! Al nostro arrivo a Darwin è piena notte (04.00 circa) e, una volta sbarcati all'aeroporto (stanchi e assonnati), non sappiamo che le formalità d'ingresso sono lunghe e severe: un'ora di coda in cui i passeggeri devono esibire passaporto, motivare il proprio viaggio in Australia, controllare i bagagli, dichiarare qualsiasi cosa si trasportasse, e alla fine veniamo perfino controllati da un pastore tedesco, probabilmente per sostanze stupefacenti!
La nostra vacanza non ci lascia un attimo di respiro: c'è così tanto da visitare, e vogliamo vedere tutto il possibile! In fin dei conti l'Australia non è certo dietro l'angolo, e chissà se e quando potremo tornarci.
E così, tra parchi naturali popolati di animali, crociere fluviali tra gli alligatori, ed escursioni nelle riserve aborigene, i giorni trascorrono in fretta, e finalmente arriva il momento che attendevamo con ansia: la Barriera Corallina ci aspetta!

In acqua!

L'esperienza nella Grande Barriera Corallina è stata veramente superlativa! C'era la possibilità di fare crociere sub fino a nove giorni, ma noi ci siamo dovuti accontentare di tre giorni e due notti.Le crociere sono organizzate tutti i giorni escluso il martedì.

Dopo aver valutato diverse agenzie sub, ci siamo rivolti alla Pro Dive, che tra tutte ci sembrava la più professionale. Le nostre aspettative non sono state deluse: la modernissima imbarcazione che ci ospitava era dotata di ogni comfort, e poteva trasportare comodamente fino a 32 passeggeri; le cabine erano doppie o twin share (letti a castello), la pulizia a bordo impeccabile e il personale simpatico ed altamente professionale. Ognuno a bordo ha i propri ruoli e tutto funziona alla perfezione: il timoniere, la cuoca, i dive masters; per non parlare dell'attrezzatura, tutta di prima qualità.

Il pacchetto include 11 immersioni (9 diurne e 2 notturne) e snorkeling a volontà. Noi ci siamo accontentati di farne 7 senza notturne, e lo spettacolare fondale ci ha lasciati entusiasti. L'acqua non era caldissima, infatti abbiamo indossato mute intere da 3 mm; la visibilità ottima fino a 30 m; correnti quasi assenti.

Prima di ogni immersione, la nostra guida teneva un briefing di circa 30 minuti, in cui ci spiegava il percorso, la profondità massima, quello che avremo visto, e la rotta da tenere con la bussola per tornare alla barca; le immersioni infatti, tranne la prima, erano prive di guida, ma con le dettagliate spiegazioni forniteci non abbiamo mai avuto problemi.

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The Great Barrier Reef

The Great Barrier Reef

La Grande Barriera Corallina si snoda per oltre 2.000 km da Bramble Cay, nella Papua Nuova Guinea, all'isola di Lady Elliot, sul tropico del Capricorno. Nel Nord la barriera è più vicina alla costa, e i banchi corallini sorgono su formazioni rocciose, mentre al Sud è più distanziata e i coralli sorgono su banchi sabbiosi.
La barriera corallina è composta da quasi 3.000 reef, formazioni rocciose sottomarine biogeniche costituite e accresciute dalla sedimentazione degli scheletri calcarei dei coralli, animali polipoidi facenti parte della classe antozoa, phylum Cnidaria.
Questo tipo di ambiente è unico, in quanto le barriere hanno creato delle isole e delle lagune in mari profondi, modificando sia il fondo che le coste (ricoperte di sabbia finissima, frutto dell'erosione marina sui coralli e dell'azione di alcuni pesci che si cibano dei polipi).
Oltre 400 sono le specie di coralli che compongono i reef e migliaia sono le specie viventi che vi abitano e vi trovano rifugio: molluschi, spugne, stelle marine, tridacne, tartarughe marine, mante, squali bianchi, squali toro e moltissimi altri animali.
L'UNESCO ha classificato la Grande barriera corallina come Patrimonio dell'umanità nel 1981.

Morirà entro il 2050?

Ce lo dicono gli scienziati del Centro studi marini dell'Università del Queensland: la Grande Barriera Corallina australiana potrebbe scomparire presto e assieme a lei tutte le centinaia di specie di pesci coloratissimi ospitati tra i suoi coralli.
La causa di tutto questo? L'innalzamento della temperatura del mare, un fatto così grave da determinare la peggiore delle previsioni: la morte della Grande Barriera entro il 2050.

Gli effetti del clima.

Per due anni, su commissione del dipartimento del turismo del Queensland e del Wwf, i ricercatori hanno esaminato gli effetti del surriscaldamento dell'oceano sulla sterminata barriera, lunga oltre 2.300 chilometri e croce per secoli anche dei più esperti navigatori. Nel rapporto di 350 pagine gli scienziati non lasciano spazio all'ottimismo. Non c'è speranza, dicono, di scongiurare la terrificante prospettiva a lungo termine della morte dei coralli, dal momento che i "gas-serra" hanno già surriscaldato i mari e occorrerebbero decenni per bloccare questo processo.

Le previsioni.

«La copertura corallina si ridurrà a meno del 5 per cento sulla maggior parte della barriera entro la metà del secolo, nella migliore delle ipotesi», si legge nel documento, «è l'unica conclusione plausibile se le temperature del mare continueranno a innalzarsi». La previsione si basa sull'ottimistico presupposto che le acque si surriscaldino di 1 solo grado centigrado, mentre si teme che l'aumento di temperatura nei prossimi 100 anni sia tra 2 e 6 gradi. «Non vi sono prove che i coralli possano adattarsi abbastanza velocemente da affrontare anche l'aumento più basso della temperatura», hanno sottolineato gli scienziati.

Effetti sociali.

Se la Great Barrier Reef, nella quale restò imprigionato nel 1768 anche il grande capitano James Cook, dovesse sparire, vi sarebbe un riflesso sull'intero ecosistema del Mar dei Coralli. Tutti gli organismi che vivono attaccati alla barriera morirebbero. E sarebbe un danno gravissimo anche per l'economia locale e il settore turistico: le perdite sono state stimate in 6,24 miliardi di dollari, con la scomparsa di 12mila posti di lavoro, già entro il 2020.