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Ott

8

2021

Cuore e immersioni

Entrare in acqua armati di maschera, pinne, muta e bombole per esplorare le profondità marine promette esperienze mozzafiato. Ma le immersioni subacquee stanno diventando un passatempo sempre più insidioso per le persone avanti negli anni, dal momento che il numero di attacchi di cuore sott’acqua è in aumento. Molti subacquei, secondo i ricercatori, non si rendono conto di non essere più adatti a quest’hobby, che avevano iniziato a praticare da giovani e in condizioni migliori. I numeri parlano chiaro: tra il 1989 e il 2015 le vittime, tra i 50 e i 59 anni, durante le immersioni in tutto il mondo sono passate dal 15 al 35%. Mentre le morti negli ‘over 60’ sono aumentate dal 5% al ​​20%.

 

Attacchi di cuore e ictus sono ormai la seconda causa di morte per i subacquei, dopo l’annegamento, come si legge nella ricerca pubblicata sull”European Journal of Preventive Cardiology‘. “Le problematiche cardiache sono oggi un fattore determinante per gli infortuni durante le immersioni”, evidenzia l’autore dello studio, Peter Buzzacott, dell’Università dell’Australia occidentale, a Crawley. “I subacquei che hanno imparato a immergersi anni fa, e che ora sono più anziani e in sovrappeso, con ipertensione e colesterolo alto, sono a maggior rischio di morire”.

 

 

I sub seguono un rigoroso processo di formazione quando iniziano a immergersi prima di avere il brevetto, e vengono sottoposti a controlli medici, ma in seguito la loro certificazione dura per tutta la vita, anche se arriva un momento in cui non dovrebbero più entrare in acqua, dicono i ricercatori.

Il team ha esaminato un’enorme banca dati negli Stati Uniti, con dati su 736 milioni di persone, di cui 113.892 hanno dichiarato come hobby principale la subacquea. Circa un terzo dei sub aveva almeno 50 anni e molti presentavano fattori di rischio che li rendevano più vulnerabili a incappare in un attacco cardiaco sott’acqua. In particolare, circa il 54% era stato fumatore, quasi la metà dei sub era in sovrappeso (48% rispetto al 43% dei non subacquei) e ad un terzo erano stati diagnosticati ipertensione e colesterolo alto.

“Di solito non sono i neo sub ad avere problemi di salute, perché sono stati recentemente sottoposti a controlli”, spiega Buzzacott. I problemi, insomma, si verificano fra i “subacquei più grandi, che non hanno curato la loro salute”. Dunque il suo consiglio agli appassionati di questo sport è quello di sottoporsi a controlli di routine dal proprio medico, di liberarsi dei chili di troppo e di ridurre pressione e colesterolo, per evitare di dover affrontare dei seri pericoli sott’acqua.

“E’ davvero importante essere in linea per i divers”, raccomanda. “Il padre delle immersioni, Jacques Cousteau – nota l’esperto – si è immerso fino a 90 anni, e il sub più vecchio del mondo attualmente ha 94 anni. Appare in gran forma e questo deve essere un modello per tutti noi, se vogliamo continuare a immergerci anche da anziani”, conclude il ricercatore, appassionato diver ed ex istruttore di sub. “Io certamente lo faccio”, assicura al ‘Telegraph’.

Fonte: Adnkronos

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