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Giu

30

2021

Scoperte centinaia di birre dell’800 in fondo al mare in Scozia

Un subacqueo dilettante scopre centinaia di birre dell’Ottocento in fondo al mare in Scozia. Gli studi: “il lievito è vivo”

Un’incredibile scoperta sul fondo del mare della Scozia potrebbe permetterci un giorno di assaporare una gustosa birra esattamente come se fossimo vissuti nel Regno Unito dell’800.

Il ricercatore subacqueo Steve Hickman è riuscito a riportare in superficie parte del carico di una nave affondata nel 1895 al largo della coste scozzesi. Il primo avvistamento con il relitto della Wallachiauna nave mercantile affondata alla fine dell’800 poco dopo essere partita dal porto di Glasgow, avvenne negli anni ’80 ma ora il subacqueo è riuscito ad entrare nella stiva del relitto e presto il prezioso carico potrebbe essere integralmente portato in superficie. Le operazioni non saranno semplici perché la pressione dell’acqua potrebbe far esplodere le bottiglie, ma poco alla volta ci si riuscirà, grazie anche all’interessamento di un dipartimento di ricerca di un’università.

La Wallachia era una nave cargo partita da Glasgow e affondata a poche miglia dalla costa dopo una collisione con un’altra nave a causa della fitta nebbia. Il natante era carico di vari tipi di prodotti, tra cui grandi contenitori di una sostanza chimica chiamata cloruro di stagno e migliaia di bottiglie di bevande alcoliche. Molte di esse, grazie anche al freddo delle acque scozzesi, sono riuscite a conservarsi abbastanza bene fino ai giorni nostri e addirittura si ipotizza che i lieviti contenuti nelle birre possano essere ancora vivi.

Aveva l’odore più atroce che avessi mai sentito“, ha dichiarato l’esploratore Hickman dopo aver provato ad aprire una belle bottiglie di birra, “Una sorta di odore salato e putrefatto. Penso che questa potrebbe essere la descrizione migliore. Ma soprattutto il sapore non era migliore“.

Ad approfondire le ricerche per cercare di portare in “vita” la birra perduta è intervenuta l’Università di Sunderland con il suo distaccamento denominato Brewlab. Sembra che le ricerche abbiano dato alcuni confortanti risultati: alcuni compagni di immersione di Hickman hanno potuto assaggiare la birra creata da Brewlab utilizzando parte del lievito estratto dalle vecchie bottiglie della Wallachia. Andy Pilley, un geometra e compagno subacqueo di Hickman, è stato tra coloro che per primi hanno provato a berla: si tratta di una stout da 7,5 gradi!

Ha sicuramente delle note di caffè e di cioccolato” ha dichiarato il geometra Pilley che fu proprio colui che decise di spedire una delle vecchie bottiglie alla Brewlab, dopo aver sentito parlare per caso dell’azienda durante un pranzo al ristorante.
Gli scienziati della Brewlab, che fanno capo all’Università di Sunderland, hanno studiato per anni i ceppi di lievito e le tecniche di produzione della birra. Il fondatore dell’azienda, Keith Thomas, ha così raccontato il primo approccio avuto con le delicate bottiglie di birra recuperate dalla nave: “Le abbiamo aperte in laboratorio in condizioni di contenimento di livello due”, ciò ha comportato l’apertura delle bottiglie all’interno di un contenitore speciale riempito di aria sterile, al fine di proteggere gli scienziati da eventuali agenti patogeni contenuti nella vecchia birra. Questa misura ha anche assicurato che i campioni non venissero contaminati da nessun ceppo di lievito moderno.
I test genetici hanno rivelato che la stout contenuta nelle bottiglie recuperate dalla Wallachia contenevano due diversi tipi di lievito: Brettanomyces e Debaryomyces. In un articolo la Brewlab ha spiegato che è insolito trovare il Debaryomyces in una birra così vecchia, anche se questo tipo di lievito è stato ritrovato in alcune birre belga prodotte con fermentazione spontanea, che si basa sul lasciare aperto il liquido prefermentato all’aria aperta, in modo che i ceppi di lievito possano depositarsi sl fondo.

 

Fonte: Virgin Radio

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