Beacon Rock è l’estremità meridionale di Sha’ab Mahmud, il quale si estende per sei miglia 315° a nord-ovest fino quasi a toccare la costa occidentale del Sinai, all’altezza della punta di Qad lbn Haddam.
Nell’aprile del 1876, proprio a Beacon Rock, affondò il Dunraven, uno “steamer” inglese lungo 79 metri che trasportava spezie, cotone e legname dall’India a Liverpool.
Queste navi veloci, dotate di propulsione mista a vapore e due alberi a vela, avevano sostituito i tradizionali “windjammer” a vela, troppo lenti per la nuova via commerciale aperta dal Canale di Suez. La propulsione mista consentiva traversate più rapide senza la necessità di una rete estesa di rifornimento di carbone, riducendo significativamente i tempi di permanenza in mare.
Proveniente dall’India e diretto a Liverpool, il Dunraven raggiunse la biforcazione fra il Golfo di Suez e il Golfo di Aqaba. Nella notte tra il 24 e il 25 aprile 1876, il comandante Edward Richards Care fu svegliato dal comportamento confuso degli ufficiali, allarmati da luci non identificate. Decise quindi di correggere la rotta verso nord, pensando di essere vicino all’isola di Shadwan. Dopo meno di dieci minuti, la prua del Dunraven colpì i reef di Sha’ab Mahmud, aprendo tre squarci lungo la fiancata di dritta. Dodici ore di incendio del carico di lana e cotone portarono al ribaltamento della nave sul fondo, a ridosso della barriera. L’intero equipaggio fu tratto in salvo dalla nave italiana Arabia, mentre al comandante fu sospesa la licenza per un anno.
Il relitto giace oggi sottosopra vicino alla barriera a circa 30 metri di profondità. Fu riscoperto da subacquei israeliani nel 1978 e identificato presso il Maritime Museum di Newcastle, città di registrazione originale della nave.
L’immersione
L’immersione sul relitto del Dunraven è accessibile anche a subacquei con esperienza intermedia, considerando la profondità massima di 32 metri. L’ancoraggio fisso si trova sull’angolo esterno di Beacon Rock, mentre a circa 30 metri a nord giace il relitto.
La visita inizia dalla poppa dello scafo rovesciato a 28 metri, dove si osservano il castello, la grande elica e il timone. La chiglia, rivolta verso la barriera, è molto concrezionata dai coralli e presenta tre grandi falle verso il mare aperto, a poppa, a metà e a prora. Proseguendo verso prua, all’interno dello scafo si incontrano cernie, pesci pipistrello e l’enorme caldaia centrale, immersa nella penombra popolata da banchi di glassfish. L’uscita avviene attraverso la spaccatura mediana, rientrando nel settore di prua a circa 16 metri di profondità.
All’esterno, la chiglia concretizzata ospita numerose specie marine: barracuda, murene, grandi cernie, pesci istrice (Tetraodon hispidus), pesci pietra, e occasionalmente aquile di mare e tartarughe. Nei pressi del relitto si trovano gorgonie rosse e violette, alcune delle quali si estendono anche all’interno dello scafo, aggiungendo colori vividi ai fondali. Sebbene il reef non sia particolarmente colorato, la presenza di numerose specie di pesci corallini rende l’immersione ricca di vita marina.
Immersioni serali e siti vicini
Nella laguna di Beacon Rock è possibile sostare per la notte, organizzando immersioni serali su un fondale madreporico di circa 15 metri. A poco più di due miglia, a 40° est da Beacon Rock, si trova un reef circolare di 20–30 metri di diametro, in una posizione insidiosa per la navigazione e segnalata dalle carte nautiche. Qui affondò una nave oneraria probabilmente risalente all’epoca bizantina.
Sul fondo, a circa 12 metri, sono visibili numerosi orci in terracotta e pani di stagno, probabilmente parte del carico della nave. Sul versante settentrionale del reef giace una grande ancora di circa 170 cm, con ancora visibile la fessura per l’incastro della marra. Le strutture della nave emergono o vengono ricoperte dalla sabbia corallina a seconda del moto ondoso e delle correnti, rendendo l’immersione dinamica e sempre sorprendente.