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Ott

26

2016

Con il tablet in fondo al mare tra relitti e misteri

Invenzione italiana di una tecnologia unica al mondo

Con il tablet in fondo al mare tra relitti e misteriEsplorare il relitto di una nave romana sommersa nella profondità del mare, stando comodamente seduti in poltrona, immergersi realmente nelle acque e muoversi agilmente con il proprio ‘tablet’ fra i misteri di una città sepolta da tempi immemorabili. Dalle tecnologie avanzate arriva una nuova e importante conquista per svelare i misteri degli abissi che da sempre affascinano l’uomo.

Grazie al Progetto Visas (Valorizzazione integrata del siti archeologici sommersi), coordinato da Fabio Bruno, del Dipartimento di Ingegneria meccanica energetica e gestionale dell’Unical, l’Università della Calabria, l’istituto per l’Ambiente marino e costiero del Cnr e le start up 3D Research Srl, Applicon Srl e Enviroconsult Srl hanno sviluppato e sperimentato con successo una nuova tecnica che integra sensori ottici, sistemi sonar e dispositivi di localizzazione, generando un modello tridimensionale per rappresentare in modo realistico il fondale marino ed esplorarlo con tutti i reperti archeologici, la flora e la fauna che lo popolano.

Non solo. Nell’ambito dello stesso progetto, è stata infatti realizzata una nuova tecnologia dedicata ai sub che effettuano le immersioni nei siti archeologici, consistente nella creazione di un tablet subacqueo che permette di osservare la mappa del fondale, di conoscere la propria posizione sulla mappa e di ricevere contestualmente informazioni su quello che si sta esplorando, uno strumento simile a Google Maps.

Il tablet fornisce al sub le informazioni sulla profondità, la temperatura dell’acqua e permette anche di scattare foto geo-localizzate dei momenti più emozionanti dell’immersione che possono essere successivamente scaricate e condivise, attraverso una piattaforma social appositamente realizzata.

Le nuove tecnologie sono state sperimentate in due siti archeologici, grazie alla collaborazione e alle autorizzazioni concesse dalle Soprintendenze e dalle Aree Marine protette competenti. Nell’Area Marina protetta di Capo Rizzuto, in Calabria, il sistema è stato testato sul relitto di una nave imperiale romana nella baia di Punta Scifo, vicino a Crotone.

Grazie alla collaborazione con la Soprintendenza del Mare della Sicilia è stata possibile la sperimentazione nel sito archeologico sommerso di Cala Mimmola dell’Isola di Levanzo, all’interno dell’Area Marina protetta delle Egadi, dove si trova il relitto di una nave carica di anfore appartenuta a una famiglia romana che esportava vino in tutto il Mediterraneo, già nota agli appassionati e agli studiosi di archeologia subacquea.

La sperimentazione, atta a valutare l’utilità, l’affidabilità, l’efficacia e la fruibilità del tablet ha riscosso molti pareri favorevoli e l’entusiasmo del gruppo dei subacquei locali che hanno condotto le attività insieme ai ricercatori dell’Università della Calabria.

L’innovativo sistema tecnologico migliora l’esperienza di fruizione del sito sommerso da parte dei sub in un contesto di promozione del turismo subacqueo, promuove inoltre il contesto turistico-culturale che ruota intorno al sito sommerso, attraverso lo sviluppo di una modalità rivoluzionaria di visita virtuale, incentrata sul concetto di Edutainment.

I risultati innovativi del progetto Visas hanno riscosso l’interesse della comunità internazionale, tant’è che le tecnologie sviluppate saranno oggetto di ulteriori approfondimenti e sperimentazioni. Inoltre, i partner del progetto Visas stanno già sviluppando delle estensioni del tablet subacqueo per applicazioni in contesti diversi dalla fruizione archeologica, come, ad esempio, la ricerca e il recupero o per la documentazione e il monitoraggio ambientale.

Fonte: Adnkronos

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